In foto, Enzo Perano

Le misure di distanziamento in linea frenano la capacita' produttiva degli impianti

Autore: Concetta di Lunardo

Sono circa 12 le referenze di pomodoro lavorate dall’azienda Perano Enrico & Figli Spa e commercializzate a marchio Galletto in vari formati, tra pomodorini interi, pelati, passata e a pezzetti. Si tratta di un’ampia gamma di prodotti provenienti solo da coltivazioni tipiche del territorio italiano, ottenuti attraverso la trasformazione di diverse varietà di pomodoro, tra cui rosso lungo e tondo, pomodorini di collina e San Marzano dell’agro nocerino sarnese.

“La ricetta – dice con un certo orgoglio Enzo Perano, amministratore delegato dell’azienda – del far bene mantenendo sempre gli impegni presi – sia con i nostri produttori che con i clienti che abbiamo fidelizzato in tutto il mondo – è il segreto che ci ha consentito di crescere a doppia cifra. Negli ultimi anni, siamo cresciuti raddoppiando il fatturato che, dai 15 milioni del 2015, abbiamo portato agli attuali 30 milioni di euro. Con la mia famiglia, in azienda si lavora a ritmi serrati con risultati che devo soprattutto al mio team e alle persone che, impegnate alle linee di produzione, contribuiscono al risultato vincente con grande spirito di squadra”.

Da oltre sessant’anni, la Perano Enrico & Figli fa della tradizione conserviera la sua vera passione. L’azienda, giunta oggi alla terza generazione, punta sul connubio tra innovazione e tradizione, conservando gelosamente il “Galletto” come segno distintivo di una storia iniziata oltre sessant’anni fa.

“Gli anni Ottanta – dice Perano – sono stati quelli della crescita e videro le prime innovazioni nei processi di trasformazione e quindi a nuovi investimenti. In quegli anni, l’azienda si specializza nella lavorazione del pomodorino di collina coltivato in Irpinia e del pomodoro pugliese, conquistando quote di mercato sempre più significative”.

Gli ultimi venti anni hanno visto significativi investimenti nell’ammodernamento del ciclo produttivo, con la capacità di lavorare grandi volumi di pomodoro. Ciò ha consentito al marchio di virare verso nuovi mercati in tutta Europa, in Corea, Arabia Saudita, Giappone e Regno Unito. Oggi la Perano Enrico & Figli dà lavoro a 160 dipendenti, tra fissi e stagionali, e rappresenta un riferimento significativo sia sul territorio che nel settore conserviero.

Il marchio lavora circa 80.000 tonnellate di pomodoro sia tondo che lungo, per il 90% proveniente dalla Puglia.

Attenzione alla qualità vuol dire anche fornire garanzie da offrire al consumatore. Il marchio ha ottenuto il QR Code di Campania Trasparente: un sistema di garanzia delle produzioni agroalimentari della regione Campania, teso a garantire la sicurezza alimentare dei prodotti tramite l’analisi degli stessi e del contesto ambientale in cui vengono coltivati.

“In questa particolare emergenza sanitaria – precisa Perano – abbiamo implementato la vendita online, che sta compensando le quote di mercato che abbiamo perso – con la vendita dei formati da 3 kg – nel segmento horeca e catering. Le vendite comunque procedono bene, soprattutto per la passata di pomodoro e per il pomodoro pelato, disponibili nei formati da 400 e 800 gr. I prezzi sono ragguardevoli anche nella Gdo, dove siamo presenti in quasi tutte le più importanti piattaforme”.

“Siamo nel periodo dei trapianti, con tutte le difficoltà che la pandemia sta comportando, soprattutto nel reperire manodopera. Si prevede un calo dei volumi alla produzione e anche un aumento dei costi di lavorazione. Le misure di contenimento del Covid-19 prevedono il distanziamento in linea che, in qualche modo, frenerà la capacità produttiva degli impianti. Per il resto, sono ottimista sebbene il comparto sia afflitto da una atavica incapacità di promuovere l’aggregazione tra i più importanti player che, tra loro, continuano a farsi la guerra dei prezzi al ribasso”.

“Progetti futuri? L’obiettivo – conclude Perano – è crescere e aumentare il fatturato, puntando anche al mercato del fresco. Sono consapevole che si tratta di un segmento rischioso rispetto al trasformato. Sto puntando sulla coltivazione dell’asparago verde, lavorato dalle cooperative che mi forniscono i pomodori. Aumentano i consumi di questa referenza, pertanto prevediamo molta richiesta, soprattutto in virtù del trend di crescita dei prodotti salutari. Dal punto di vista organolettico, l’asparago ha qualità eccellenti… vedremo”.